TERAMO – Se la città di Teramo avrà il suo Piano di abbatimento delle barriere architettoniche, un disability manager, addetto agli interventi per migliorare l’accessibilità di uffici e di strutture pubbliche, l’adozione di misure come sgravi fiscali quale incentivo all’eliminazione delle barriere nei negozi, nonché la costituzione di una consulta e di una commissione sulla disabilità lo deve sicuramente a Enzo Cipolloni, il giovane teramano diversamente abile che tutti conoscono in città e che da tempo denuncia l’inaccessibilità di quella città che lui si sforza, grazie anche ai suoi tantissimi amici, di vivere come normale. Le sue parole davanti al Consiglio comunale, il suo j’accuse, ha incrociato sguardi imbarazzati e politicamente ‘colpevoli’ per non aver fatto abbastanza per capire e fare. E l’applauso corale e sentito, commosso, è stata la più grande vittoria per Enzo. C’è stato bisogno di due ‘passeggiate empatiche’, non su due piedi ma seduti sopra due ruote da far girare con le braccia, per giornalisti e amministratori comunali, per far prendere coscienza che qualcosa, in quanto ad accessibilità, di facilitazione a godere di un diritto che tutti gli altri normodotati hanno, la mobilità, va fatto e al più presto. Il consiglio straordinario convocato dal sindaco di Teramo forse una strada l’ha aperta ma serviranno occhi e coscenze attente perchè non si trasformi in una dichiarazione di intenti e basta. Lo ha detto anche Claudio Ferrante, il presidente di Carrozzine determinate, la cui caparbietà ha portato su queste drammatiche due ruote, il primo cittadino e buona parte di quello che oggi sui banchi del consiglio, ascoltavano: «Basta chiacchiera, adesso ci aspettiamo concretezza». Alla fine una delibera impegna il Comune ad adottare entro il mese di giugno un Piano di abbattimento delle barriere architettoniche e tutto quello che ne consegue. E significativo alla fine è stato anche il chiarimento tra lo stesso Ferrante e il presidente del consiglio, Milton Di Sabatino, di cui il quotidiano il Centro riportò una frase infelice pronunciata quando fu chiesto agli amministratori comunali di sedere sulle carrozzine per percorrere un giro in città e toccare con mano le difficoltà di un disabile: «Smettiamola di parlare di stregoni, chi sta in carrozzina soffre e ha difficoltà enormi. Il presidente del consiglio è stato un amministratore da 20 e ha anche delle responsabilità politiche – ha detto Ferrante -. Non pensavamo di dover leggere quelle cose gravissime che il presidente in 20 giorni non ha avuto il tempo di smentire. Oggi però abbiamo ascoltato le sue parole, ci ha chiesto scusa, abbiamo capito, meglio così, altrimenti sarebbe stato uno sgradito ospite in una giornata come questa».
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